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Stazioni Radio Base vicino alle scuole e impatto sugli studenti: notizie da due nazioni lontane

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Pubblicato da ing. Davide Maria Palio in Ambienti di vita · 3 Gennaio 2019
Tags: cemsrbscuoleelettromagnetici
Nel mondo, il numero di telefoni cellulari attivi è di circa 7.52 miliardi (Banca Mondiale, 2018). Questo numero è più alto della popolazione mondiale, dato che in media gli utenti possiedono più di un telefono cellulare a testa. L'utilizzo di telefoni cellulari così esteso richiede una massiccia infrastruttura di stazioni radio base sul territorio, per supportare i servizi offerti agli utenti di telefonia mobile.
Pochissimi studi nel mondo esaminano gli effetti dell'esposizione cronica (ovvero continuativa) ai campi elettromagnetici emessi da questi impianti. Questi studi in Italia sistematicamente non vengono nè finanziati nè tantomeno effettuati.
Uno studio del Prof. Sultan Ayoub Meo, PhD, del Dipartimento di Fisiologia, Medicine College, dell'Università di Riad, in Arabia Saudita, recentemente pubblicato su American Journal of Men's Health, ha studiato l'effetto dell'esposizione cronica a radiazioni elettromagnetiche emesse da impianti di telefonia mobile in due scuole sulle funzioni cognitive degli studenti, trovando risultati leggermente peggiori nel gruppo di studenti della scuola più pesantemente esposta. Di seguito l'abstract dell'articolo, tradotto in italiano:

"L'utilizzo di telefoni cellulari è aumentato considerevolmente ed è diventato una necessità di base nella vita quotidiana. L'aumento del numero di abbonamenti a utenze cellulari spinge all'aumento di installazioni di stazioni radio base di telefonia mobile (SRB) in zone densamente commerciali e in zone residenziali inclusi gli edifici scolastici. Lo studio ha investigato l'impatto dell'esposizione a radiazioni di campi elettromagnetici a radiofrequenza (CEM-RF) emesse da SRB sulle funzioni cognitive. Duecentodiciassette studenti maschi volontari di età tra i 13 e i 16 anni sono stati arruolati da due diverse scuole medie: 124 studenti dalla Scuola 1 e 93 studenti dalla Scuola 2. Le SRB sono localizzate entro 200 m dagli edifici scolastici. Nella Scuola 1, l'intensità dei CEM-RF era 2.010 uW/cm2 a una frequenza di 925 MHz e nella Scuola 2, l'intensità dei CEM-RF era 10.021 uW/cm2, a una frequenza di 925 MHz. Gli studenti sono stati esposti a CEM-RF per 6 ore al giorno, 5 giorni la settimana per un periodo totale di due anni. E' stato usato uno strumento Narda SRM-3006 per misurare i CEM-RF in entrambe le scuole, e le funzionalità cognitive sono state misurate per mezzo del Cambridge Neuropsychological Test Automated Battery (CANTAB). Sono state identificate una compromissione significativa dell'attività Task Screening (MOT; p= 0.03) e del task Spatial Working Memory (SWM; p = 0.04) nel gruppo di studenti che è stato esposto ai più alti CEM-RF emessi dalle SRB. L'alta esposizione a CEM-RF emessi da SRB è stata associata a ritardate capacità motorie fini e grossolane, ritardata memoria di lavoro spaziale e ritardata attenzione negli studenti più esposti."

Le due scuole esaminate presentano intensità di esposizione non molto dissimili, ma al di là dei dettagli contenuti nello studio arabo sopra citato, è importante per me osservare come in stati che vengono ritenuti generalmente meno progrediti e liberi, ad esempio Iran, Arabia Saudita, Turchia, questo tipo di studi vengano effettuati e pubblicati, mentre nelle nazioni della cosiddetta civiltà occidentale no.

Il rapporto della italiana ISPRA [Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale] pubblicato pochi giorni fa, dal titolo "Strumenti e metodi innovativi per la qualità dell’ambiente urbano", considera anche l'inquinamento elettromagnetico, nella sua sezione 9 "Esposizione all'inquinamento elettromagnetico ed acustico". Al suo interno, viene citato il caso di due vicine scuole a Reggio Calabria, dedicando loro due pagine nel box dal titolo "SRB e scuole nel centro storico della città metropolitana di Reggio Calabria". Tale box riporta che "...dalle misurazioni effettuate risulta che anche in termini di valore massimo misurato del campo elettrico i dati sono tutti al di sotto di 6 V/m e dei 2 V/m (1/3 del valore di attenzione)". Ma piuttosto che fermarsi qui, ovvero al dato di misura e alla verifica del rispetto della legge in palese mancanza di altri dati, gli autori proseguono e dichiarano:
"Pertanto si ha che le stazioni radio base (SRB) non costituiscono per i “siti sensibili” “attenzionati” un reale problema, in quanto i livelli di campo elettromagnetico rilevati sono bassi.". Questa affermazione manca di qualunque fondamento fattuale relativamente a reali problemi sugli studenti, che nel box non vengono analizzati. L'Arabia Saudita appare lontana.


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