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Problematiche

Ambienti di lavoro: rischio elettromagnetico

Gli ambienti di lavoro in cui si incontrano importanti sorgenti di campi elettromagnetici artificiali sono più di quanti si potrebbe pensare. Spesso ci capita di osservare che il datore di lavoro ritiene (incautamente) di non dover effettuare le dovute valutazioni sulle emissioni di macchinari in uso ai propri lavoratori, che più o meno inconsapevolmente si trovano ad essere esposti alle loro emissioni.

Le modalità evidenti (e comunemente accettate dagli enti protezionistici) con cui gli organismi biologici interagiscono con i campi elettromagnetici sono tre:
  • circolazione di correnti indotte dovute a CEM a bassa frequenza fino a 10MHz
  • assorbimento di energia dovuto a CEM ad alta frequenza oltre 100kHz
  • correnti di contatto di una persona con oggetti metallici posti in un campo CEM
Esistono effetti acuti capaci di provocare danno alla salute che sono provocati da un'esposizione a livelli intensi di campo elettrico, magnetico o elettromagnetico. Questi effetti si manifestano sempre oltre un certo valore di soglia:
  • induzione di cariche e correnti elettriche e conseguente stimolazione di tessuti costituiti da cellule elettricamente eccitabili, quali le fibre muscolari e i neuroni per quanto riguarda i campi elettrici e magnetici statici ed ELF ed i campi elettromagnetici a frequenze minori di 1 MHz;
    • STIMOLAZIONE SISTEMA NERVOSO PERIFERICO
    • STIMOLAZIONE CARDIACA
    • STIMOLAZIONE TESSUTO CEREBRALE
  • riscaldamento dei tessuti, dovuto alla trasformazione dell'energia elettromagnetica in energia termica per campi elettromagnetici a frequenze maggiori di 1 MHz.
    • IPERTERMIA GENERALIZZATA O LOCALIZZATA
    • INDUZIONE DI CATARATTA OCULARE
    • INIBIZIONE TEMPORANEA O PERMANENTE DELLA SPERMATOGENESI
    • INDUZIONE DI ABORTO E DI MALFORMAZIONI FETALI
    • RISPOSTE NEUROENDOCRINE ED IMMUNOLOGICHE COLLEGATE ALLO STRESS TERMICO
    • EFFETTI COMPORTAMENTALI E RISPOSTE FISIOLOGICHE DOVUTE ALLO STRESS TERMICO

Oltre agli effetti diretti acuti, esistono anche i cosiddetti effetti indiretti:
  • interferenza con attrezzature e dispositivi medici elettronici (stimolatori e altri dispositivi impiantati)
  • azione propulsiva di oggetti ferromagnetici, in presenza di forti campi magnetici statici
  • innesco di dispositivi elettro-esposivi (detonatori)
  • incendi ed esplosioni dovuti all'accensione di materiali infiammabili provocati da scintille indotte

I valori di azione sono livelli soglia pratico-operativi, direttamente misurabili nell'ambiente, a cui ci si riferisce per la protezione dagli effetti accertati dell'esposizione su individui adulti e sani, non su quelli particolarmente sensibili al rischio, per i quali anche valori inferiori ai livelli di azione previsti per la popolazione potrebbero comportare problemi.

NOTA BENE: Gli effetti biologici a lungo termine, benchè siano stati segnalati da una moltitudine di pubblicazioni scientifiche da diversi decenni e tuttora oggetto di intensa ricerca in ambito scientifico, non vengono presi in considerazione dall'attuale normativa protezionistica riguardante i rischi per i lavoratori. L'attuale normativa italiana (legge quadro 36/2001) tuttavia riconosce una protezione da effetti a lungo termine a tutta la popolazione, che si deve applicare anche a tutti i lavoratori non professionalmente esposti (coloro che sono riconosciuti come NON esposti a un rischio specifico di esposizione ai campi elettromagnetici per la loro mansione lavorativa).


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