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Procedure in ambienti di lavoro
Di seguito, si fornisce una panoramica semplificata della procedura generalmente seguita per la valutazione del rischio elettromagnetico in ambienti di lavoro, secondo gli obblighi previsti attualmente dalla legge italiana (ultimo aggiornamento corrispondente al D. Lgs. 159/2016 che recepisce la direttiva europea 2013/35/UE).
E' bene sottolineare che nulla vieta a un datore di lavoro attento di ridurre le esposizioni dei propri lavoratori ben oltre i requisiti minimi previsti per legge, per una serie di motivi che hanno a che fare con il benessere e la sicurezza dei propri dipendenti.
Il primo passo consiste nel caratterizzare il luogo di lavoro, cioè analizzare e stabilire quali, tra le apparecchiature presenti nel luogo di lavoro, emettano campi elettromagnetici. Se tutte le apparecchiature presenti rientrano nelle tipologie e casistiche elencate nella Tabella 1 della norma CEI EN 50499, possono essere giustificate dal valutatore qualificato e il luogo di lavoro può essere considerato conforme alla citata norma senza necessità di ulteriori valutazioni. Sempre che l'apparecchiatura sia stata installata e sia utilizzata in accordo alle istruzioni del costruttore. Le fasi di manutenzione di apparecchiature incluse in Tabella 1 sono escluse dall'esonero di ulteriore valutazione, così come i casi di riparazione e di modifica, i quali possono richiedere ulteriore valutazione.
Si noti che la semplice marcatura CE dell'apparecchiatura non implica inclusione in Tabella 1 della norma CEI EN 50499, in quanto in generale serve anche la dichiarata conformità alle norme armonizzate EMF (lista non esaustiva delle norme EMF di prodotto riportata in tabella C.1 della norma).
La Tabella 2 della norma CEI EN 50499 riporta apparecchiature che richiedono ulteriore valutazione. Il contenuto di questa tabella non è esaustivo, quindi altri tipi di apparecchiature non citate in Tabella 2 possono richiedere ulteriori valutazioni. In preparazione all'ulteriore fase di valutazione, il datore di lavoro deve identificare il tipo di apparecchiatura nel luogo di lavoro, le caratteristiche e le sue normali condizioni d'uso (con riferimento all'uso previsto specificato nelle istruzioni impartite ai lavoratori, alla specifica installazione utilizzata, alle istruzioni definite sulle modalità di esecuzione delle manutenzioni e delle riparazioni, sulle prevedibili situazioni di incidenti e di uso improprio).
La fase di ulteriore valutazione può essere eseguita mediante misure o calcoli, condotti secondo i metodi indicati nelle norme generiche e/o di base, e/o sui dati corrispondenti derivati dalle informazioni del costruttore. Tipicamente, tali norme sono utilizzate per stabilire la valutazione della conformità ai valori di azione.
Se l'esposizione sul luogo di lavoro valutato è inferiore ai valori di azione (valori tratti ad esempio dalle linee guida ICNIRP 1998 o ICNIRP 2010), il luogo è dichiarato conforme; se i valori di azione sono superati, si può decidere di valutare la conformità con i valori limite di esposizione (procedimento generalmente oneroso e poco usato in pratica) oppure il datore di lavoro può applicare misure di riduzione dell'esposizione.
Per la misura del campo magnetico e del campo elettrico in bassa frequenza generati da segnali complessi (non sinusoidali) si fa uso in pratica del Metodo del Picco Ponderato, che tenendo conto della fase delle componenti del segnale, fornisce indicazioni meno conservative del cosiddetto Metodo Standard.